LA STORIA
CENNI STORICI
Il Palazzo nel Paese
Già dimora dei Conti della Frattina e della famiglia nobiliare dei Malimpiero di Venezia, la proprietà constava di una casa colonica ed una padronale.
La sua costruzione risale agli ultimi decenni del XVIII secolo, come attestano le piante mappali dei Catasti Lombardo-Veneto e Austro-Italiano custoditi negli Uffici dell’Archivio di Stato a Pordenone e Venezia.
Nel 1870 venne acquisita dall’Ospedale Civile di Venezia che ne fece una scuola.
Numerosi i reperti rinvenuti nella proprietà e collocabili nell’età napoleonica, tra cui i più interessanti sono baionette dell’epoca, calamai ed attrezzi agricoli.
Divenne poi proprietà dei Signori Sacilotto di Motta nei primi anni del Novecento, i quali annessero alla preesistente struttura un deposito di bozzoli con relativo essiccatoio trasformandola in una fiorente industria serica.
Michelangelo Sacilotto, figlio del caffettiere di Motta, si arricchisce in breve tempo, in parte col gioco e in parte con l’aiuto del dottor Giacomini, direttore della Banca d’Italia.
Compra alberghi, tenute agricole, la villa di Azzanello, a cui annette un deposito di bozzoli (con cernita) e un essiccatoio.
IL PALAZZO NEL PAESE
Pasiano di Pordenone
Il palazzo nel paese
“Una villa si trova normalmente inserita nella natura o per lo meno ai margini di un paese, in mezzo a un grande parco. Tuttavia ci sono alcune case padronali che, quasi fossero palazzi, si trovano sulla piazza principale del paese e che, nel migliore dei casi, si aprono alla natura solamente sul retro.
Queste costruzioni sono sorte spesso per le già note ragioni, ovvero come residenze aristocratiche e centro di attività agricole di un patrizio di città, e la loro posizione particolare ha delle motivazioni storiche, … Questa villa si trova, come fosse un palazzo urbano, di fronte al retro della chiesa sulla piazza principale...
Soltanto la parte interna del corpo principale si apre alla natura…”
(Ville Friulane, storie e civiltà - Christoph Ulmer, Gianni D’Affara - Magnus Edizioni, Udine 1993)
PASIANO
Pasiano di Pordenone
Citata per la prima volta come Paselano, Paseleano e Pasiliano, in documenti della fine del XII secolo, Pasiano ha origini romane (il nome significa “terreni di Pacilius”): sorse lungo l’asse del decumano massimo della centuriazione di Concordia tra il II ed il I secolo a.C.. Punto nevralgico dei commerci dell’epoca, gli insediamenti facevano capo a proprietà fondiarie di dimensioni medio-grandi, poste strategicamente vicino alla rete stradale e alle vie fluviali, in modo da poter rifornire i mercati dell’area padana e centroitalica. In particolare, il nome Azzanello trarrebbe la propria origine da Latium anhelo poiché questa zona, appena guadato il Sile, avrebbe ricordato ai conquistatori romani i panorami della patria laziale, anch’essa caratterizzata da boschi, prati e paludi. I recenti scavi archeologici hanno documentato che fu residenza del console Acilio Glabrione, esponente di un’importante famiglia senatoria, i cui possedimenti sono attestati anche in Istria. La sua preminenza s’estese al Medioevo in quanto sede di una chiesa plebana che abbracciava il territorio tra Piagno e Meduna, Azzanello e Visinale. In seguito fu posta ecclesiasticamente alle dipendenze della mensa vescovile di Concordia e divenne parte del feudo dei Signori di Prata fino alla prima metà del XV secolo, quando la Repubblica Marinara di Venezia, che aveva esteso il suo dominio su gran parte del Friuli, confiscò i beni del casato. Era altresì dotata di un castello, acquistato da Corrado di Montereale Valcellina nel Quattrocento, sulle cui fondazioni fu costruita la ben nota Villa Saccomani, oggi sede della Casa Comunale. In età napoleonica venne infine istituito il Comune di Pasiano, che in pochi anni, dopo alcuni aggiustamenti, raggiunse le attuali dimensioni. Ville venete vissute da poeti e nobili sono la cornice di questo Comune immerso nella natura e attraversato da numerosi corsi d’acqua. Nel novero dei più illustri visitatori dell’epoca ritroviamo personalità come Giacomo Casanova, ospite dei letterati Carlo e Gasparo Gozzi e successivamente Gabriele d’Annunzio. Fu addirittura luogo d’ispirazione di Jacopo Robusti, detto Tintoretto, che qui dipinse le celebri tele “L’ultima cena” e “La Madonna e i Santi”, conservate nella Parrocchia dell’adiacente Comune di Meduna.
In questo contesto straordinariamente ricco di storia ed arte si colloca Villa Sacilotto, dimora signorile edificata alla fine del Settecento. La proprietà è situata nelle vicinanze di importanti località turistiche e mete storiche tra cui spiccano Venezia, Trieste, Padova, Verona e Cortina d’Ampezzo. La prossimità con la rete autostradale A4 consente di raggiungere agevolmente ed in poco tempo le città di Milano, Bologna e Firenze.
Villa Saccomani
Gasparo Gozzi
Giacomo Casanova
Carlo Gozzi
Jacopo Robusti
Villa Querini
PASIANO
Pasiano di Pordenone
Citata per la prima volta come Paselano, Paseleano e Pasiliano, in documenti della fine del XII secolo, Pasiano ha origini romane (il nome significa “terreni di Pacilius”): sorse lungo l’asse del decumano massimo della centuriazione di Concordia tra il II ed il I secolo a.C. Punto nevralgico dei commerci dell’epoca, gli insediamenti facevano capo a proprietà fondiarie di dimensioni medio-grandi, poste strategicamente vicino alla rete stradale e alle vie fluviali, in modo da poter rifornire i mercati dell’area padana e centroitalica. In particolare, il nome Azzanello trarrebbe la propria origine da Latium anhelo poiché questa zona, appena guadato il Sile, avrebbe ricordato ai conquistatori romani i panorami della patria laziale, anch’essa caratterizzata da boschi, prati e paludi. I recenti scavi archeologici hanno documentato che fu residenza del console Acilio Glabrione, esponente di un’importante famiglia senatoria i cui possedimenti sono attestati anche in Istria. La sua preminenza s’estese al Medioevo in quanto sede di una chiesa plebana che abbracciava il territorio tra Piagno e Meduna, Azzanello e Visinale. In seguito fu posta ecclesiasticamente alle dipendenze della mensa vescovile di Concordia e divenne parte del feudo dei Signori di Prata fino alla prima metà del XV secolo, quando la Repubblica Marinara di Venezia, che aveva esteso il suo dominio su gran parte del Friuli, confiscò i beni del casato. Era altresì dotata di un castello, acquistato da Corrado di Montereale Valcellina nel ‘400, sulle cui fondazioni fu costruita la ben nota Villa Saccomani, oggi sede della Casa Comunale. In età napoleonica venne infine istituito il Comune di Pasiano, che in pochi anni, dopo alcuni aggiustamenti, raggiunse le attuali dimensioni. Ville venete vissute da poeti e nobili sono la cornice di questo Comune immerso nella natura e attraversato da numerosi corsi d’acqua. Nel novero dei più illustri visitatori dell’epoca ritroviamo personalità come Giacomo Casanova ospite dei letterati Carlo e Gasparo Gozzi e successivamente Gabriele d’Annunzio. Fu addirittura luogo d’ispirazione di Jacopo Robusti, detto Tintoretto, che qui dipinse le celebri tele “L’ultima cena” e “La Madonna e i Santi” conservate nella Parrocchia dell’adiacente Comune di Meduna.
In questo contesto straordinariamente ricco di storia ed arte si colloca Villa Sacilotto, dimora signorile edificata alla fine del ‘700. La proprietà è situata nelle vicinanze di importanti località turistiche e mete storiche tra cui spiccano Venezia, Trieste, Padova, Verona e Cortina d’Ampezzo. La prossimità con la rete autostradale A4 consente di raggiungere agevolmente ed in poco tempo le città di Milano, Bologna e Firenze.